Cos’è la violenza sulle donne? No, non è una domanda retorica, ma è necessario rispondervi se vogliamo analizzare razionalmente la questione, sollevata da Valditara e dalla Meloni, del legame tra essa e immigrazione.
Perché se per violenza sulle donne intendiamo qualsiasi atto violento commesso su una donna, che sembra la posizione di Valditara, ha ragione: gli immigrati ne commettono di più per il semplice fatto che gli stranieri sono sovrarappresentati nelle classifiche del crimine, non tanto in assoluto – anche se alle volte capita – quanto in proporzione rispetto a quanti sono.
Ma è una definizione riduttiva, d’altronde di quello che qualcuno ironicamente sui social chiama “arricchimento culturale” sono vittime anche gli uomini: ma se intendiamo invece delitti commessi contro una donna che riguardano la sua sfera intima?
Qui abbiamo una statistica che può aiutarci: in certi reati non si nota una sproporzione particolarmente elevata, mentre in altri sì e questo tutto sommato è anche collegabile a fattori culturali. Per esempio: picchiare una donna è un qualcosa che la cultura europea, pur disapprovando, conoscepisce, l’infibulazione non è nemmeno concepita, è un po’ come il cannibalismo.
Cose come la costrizione al matrimonio sono quasi impensabili per l’Europa e infatti le commettono quasi solo stranieri, mentre altre cose come omicidi, maltrattamenti o varie forme di atti persecutori sono abbastanza distribuiti equamente. Nel mezzo ci sono cose che per quanto siano comprensibili per la nostra cultura sono più accettate in altre che vedono la donna più come un oggetto che come un soggetto: violenze sessuali o sfregi, per esempio. Se vogliamo metterla così… la Meloni ha ragione.
Ma spesso per violenza sulle donne si intende quella sorta di combinazione tra violenza domestica, di genere, passionale e familiare che spesso accade proprio dove dovrebbero sentirsi più sicura: una forma di violenza che paradossalmente, tra emancipazione della donna e degli omosessuali non è più esclusivamente uomo su donna, ma il nome rimane anche perché di media la vittima è donna.
In tal caso è veramente difficile pensare che la cittadinanza abbia chissà che peso nel definire questi atti: gli italiani non hanno bisogno dagli stranieri, diciamo. Non è nemmeno un fatto di culture “superiori” o “inferiori”, anzi, l’Italia è messa bene rispetto a paesi tipicamente ritenuti più “civili” come la Germania o quelli nordici. Ci son tanti fattori in gioco, alcuni ovvi, altri meno, è insensato e controproduttivo dare la colpa a un piovriforme “patriarcato”, dato che ci impedisce di analizzare e risolvere le cause reali.
Magari un giorno picchiare il proprio partner sarà impensabile quanto mangiarselo, ma non siamo ancora giunti a questo progresso: bisogna essere non populisti e riconoscere che, per quanto l’immigrazione malcontrollata ci crea tanti problemi, in questo caso il problema ce l’abbiamo… letteralmente in casa.