FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

L’unica educazione sessuale contro la sex roulette? Quella del prete!

Si parla tanto nelle ultime ore della sex roulette, una sfida dove bisogna fare sesso promiscuo e chi rimane incinta, o alternativamente prende qualche malattia sessualmente, perde. Politici e associazioni gridano alla necessità dell’educazione sessuale nelle scuole e mi spiace fare il bigottone, ma qualcuno deve riportarvi sulla terra: la sex roulette è un prodotto dell’epoca dell’educazione sessuale.

Sia chiaro, non c’è nulla di male a mostrare il lato biologico del sesso nei programmi di scienze: qui accanto a me ho i volumetti di Esplorando il corpo umano che trattano il tema in modo scientifico, pulito e che non offende nessuno, si tratta di istruzione che serve a capire una componente essenziale del mondo che ci circonda.

Ma l’educazione sessuale, spesso abbinata ad una fumosa “educazione affettiva”, si è rivelata inefficiente nel prevenire ciò che secondo i proponenti dovrebbe prevenire e la ragione è ovvia: la scuola è in grado di istruire ma completamente incapace di educare e le tematiche sessuali sono morali. Dunque, provocatoriamente, direi di chiamare i massimi esperti di morale sessuale che abbiamo e che sono, senza ombra di dubbio, i sacerdoti cattolici.

La scuola può, e probabilmente deve, insegnare gli aspetti biologici del sesso, le tematiche relative alle malattie sessualmente trasmissibili e alla contraccezione ma non può in alcun modo garantire che le facoltà sessuali siano usate in modo corretto, anche perché è una determinazione morale che sarebbe assurdo far fare allo stato, che dovrebbe limitarsi a garantire la libertà da coercizioni nella sfera sessuale.

D’altronde, cosa ci sarebbe di male nell’ottica del sesso libero in questa challenge? Sopra i 14 anni si può dare il consenso, tranne in qualche raro caso, ed è noto che, citando nientepopòdimeno che l’Arcigay, si possa fare “tutto il sesso che vuoi, coi superpoteri che vuoi“, che tanto anche se non puoi usare una barriera perché altrimenti non puoi partecipare alla sfida basta usare una delle pilloline magiche per prevenire l’HIV, che sia prima o dopo il coito, e per le altre malattie i contribuenti pagano la cura senza troppi problemi.

E se si perde la sfida? Nessun problema, si sbatte via il bambino, anche qui a spese dei contribuenti, e per far finta che nulla sia successo si bolla l’Esplorando il Corpo Umano di cui sopra come “terrorismo provita ultracattolico” perché afferma che la vita inizia alla concezione.

Alla fine se il sesso è questo strumento di autosoddisfazione che abbiamo giusto perché la stimolazione di determinati organi risulta piacevole, le gravidanze sono un qualcosa di scindibile da esso, quasi uno spiacevole incidente collegato e le MST si possono sempre curare o trattare perché non farne il più possibile senza ritegno?

L’educazione sessuale servirebbe se ci si approfittasse delle persone che non sanno nemmeno cos’è il sesso, una cosa che tra l’altro capitava decenni addietro, ma oggi si sa fin troppo bene cos’è il sesso, ma non si capisce a cosa serve e come vada utilizzato. E qui serve una morale sessuale che non può provenire da scuola, stato o istituzioni, ma dalle famiglie e dalla società, per capire che non ogni uso possibile della sessualità è un uso positivo e buono di essa.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.