FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Se muoiono quasi solo i pedoni, la soluzione è la città ciclabile?

Oggi, a Milano, vi è una manifestazione che chiede “Basta morti in strada” ossia che chi si muove a piedi, in bici o coi mezzi pubblici possa farlo in sicurezza. Evitando battute facili sul fatto che in periferia sarebbe già tanto potersi muovere coi mezzi pubblici, in sicurezza o meno, viene citato il dato delle morti in strada nella città da Milano Today: 27, di cui 19 morte a piedi e 13 in bici o monopattino… ma il totale è 32!

A quanto pare, si tratta di un errore di trascrizione, infatti Il Giorno riporta una situazione diversa: 27 morti totali, di cui 19 non su veicoli: di queste 19, 13 sono morte a piedi, 5 in bici e 1 in monopattino. Da questi dati, possiamo iniziare le nostre considerazioni…

Senza rapportare ai chilometri percorsi, possiamo notare come andare in bici sembri più sicuro che andare con veicoli che richiedono la patente: 5 morti contro 8. Ovviamente, girano molti più autoveicoli, motoveicoli e ciclomotori che bici, ma le bici aumentano, e con esse aumenta l’incidentalità. Ciò accade anche in Olanda, paese spesso citato come esempio di politiche ciclabili illuminate.

Nonostante ciò, le vere vittime della strada sono i pedoni, e lo dico da persona che prevalentemente lo è, dato che non amo guidare e mi piace anzi camminare. Vedo la maleducazione di tanti automobilisti e ciclisti che non sanno cosa siano le strisce pedonali o i marciapiedi, ma vedo anche tante strade costruite male, dove o non esistono attraversamenti pedonali o sono fatti talmente male che è ben possibile che qualcuno nemmeno ti veda, se la sfortuna vuole.

Qual è dunque la soluzione di “Basta morti in strada”? Ce lo spiega MilanoToday:

“La città deve fermarsi per ripartire al ritmo giusto: quello delle persone, prima della velocità e del profitto a ogni costo”. Le richieste di chi è sceso in strada sono la città a 30 km/h, le strade scolastiche in prossimità di ogni scuola e in generale una città ciclabile che elimini anche il problema dei parcheggi selvaggi.

Leggete qualcosa, oltre alla sottile vena da compagni, che può migliorare (o addirittura salvare) la vita ai pedoni? Leggete di marciapiedi allargati dove sono stretti? Di attraversamenti pedonali degni di tal nome, specie in strade veloci e dove ci sono magari interscambi con più linee di TPL?

Nulla di tutto ciò, sia chiaro: c’è la città a 30 km/h, una misura costosa (quasi 40 milioni di Euro l’anno, se vogliamo credere al comune di Milano) e dai benefici tutti da dimostrare, oltre che difficile da implementare nella realtà, dato che non basta un segnale per limitare realmente la velocità, ci son le strade scolastiche (buon per voi se sapete cosa sono veramente) e la città ciclabile che elimina i parcheggi selvaggi.

Per chi non se ne fosse accorto, non si parla nemmeno di trasporto pubblico. Sarà per la prossima volta. Ah, già, scusate, la “piramide della mobilità sostenibile” dice che viene prima la bici del trasporto pubblico.

Tale piramide dice che, in teoria, i pedoni verrebbero prima di tutto, ma basta vivere a Milano per capire che così non è: di tutte le ciclabili che ho visto, non riesco a ricordarne una che abbia effettivamente dato un beneficio ai pedoni. In qualche caso, l’effetto è neutro, in tanti, negativo.

La politica ciclabile, molto spesso, trasforma il pedone in un veicolo, con regole, direzioni da seguire e corsie, per permettere a dei veicoli, le bici, di stare separati dagli altri.

Ma posso citare degli esempi, che ho visto. Lo ammetto, non frequento particolarmente le zone centrali, ma ogni volta che ci passo, trovano il modo di stupirmi 🙂 Ma non solo lì trovo perle…

  • Ciclabile in zona Garibaldi, dove i pedoni hanno un semaforo pedonale per permettere alle bici di passare
  • Sempre in zona Garibaldi, anche se scusabile in quanto lavoro in corso, marciapiede strettissimo con ciclabile accanto bella larga. Il tutto, che finiva solo con un attraversamento ciclabile!
  • Ciclabile tra Coni Zugna-Solari e Montevideo, dove l’attraversamento pedonale necessario per permettere alla ciclabile di svoltare è ridicolmente stretto ed in una posizione scomoda
  • Ciclabile in Monte Grappa, che divide a metà un marciapiede, una metà è bloccata dai locali e si deve andare dall’altro lato, ma poi è necessario passare all’altra perché ci sono bici e moto parcheggiate
  • Menzione d’onore, appena fuori Milano: a Cesano Boscone, dove c’è il Lidl, c’è un bellissima ciclabile a due corsie, molto larga. A fianco? Un meno bello marciapiede, dove si fa fatica a passare in due a fianco!

Un buon numero delle ciclabili citate, e di quelle che potete vedere per Milano, non sono ottenute da una riduzione della strada, ma da una riduzione del marciapiede! Nonostante ciò, o proprio perché spesso il marciapiede è comunque più largo o facilmente accessibile, le biciclette e i monopattini lo usano abusivamente fin troppo spesso.

Non voglio raccontarvi la faccia della mia amica forestiera, a cui stavo facendo vedere un po’ il centro, quando ci siamo dovuti spostare NOI sulla ciclabile fuori l’Arena Civica per permettere ad un gruppetto di ciclisti di passare… sul marciapiede.

Dunque, l’idea che una città ciclabile sia un qualcosa di buono per i pedoni è quantomeno criticabile. Ciò, specie, se quando le amministrazioni quando mettono mano alle strade per fare le ciclabili, dimenticano le esigenze dei pedoni. Un esempio? Via Novara, tra il McDonald’s e l’Esselunga, con fermate che servono varie linee vicine allo Stadio. Nonostante ciò, c’è una tratta di circa 400 metri senza alcun attraversamento pedonale e, ovviamente, le persone attraversano comunque, mettendo ancora più a rischio la loro vita. Ovviamente, ad ogni lato di via Novara c’è una bella ciclabile…

Si parla tanto di mobilità ciclistica, se sia utile o meno, sostenibile o meno. Ma c’è una realtà più banale: prima o poi siamo tutti pedoni, che sia per scelta o perché siamo scesi da un bus o da un veicolo. La protezione dei pedoni dovrebbe essere la priorità, ma sembra quasi un’aggiunta secondaria dei nostri amministratori e del mondo dell’attivismo della “mobilità sostenibile”, ben pronti a scendere in piazza per una specifica ciclabile o anche a disegnarsela da soli, ma capaci di promettere solo vaghe soluzioni quando si tratta di morti pedonali evitabili…

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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