Il governo minaccia di approvare l’autonomia differenziata, alias “secessione dei ricchi” nonostante le chiarissime manifestazioni di bidelli, sindacati di pensionati e associazioni partigiane con malcelate simpatie per Putin e non ascoltano il girotondo online scalzo solidale con pastasciutta antifascista che hai organizzato?
È ora di fare qualcosa: bisogna convincere le anime a metterci anima e cuore contro questa inaccettabile riforma. Ad esempio, scrivere un articolo.
Punto 0: La qualifica
Chiunque, ovviamente, può scrivere un articolo contro l’autonomia differenziata, ma alcune qualifiche sono preferibili per assumere credibilità.
Non è importante, a differenza di quanto si possa credere, la residenza: chiunque, dal Brennero a Lampedusa, può unirsi all’importante lotta. Molto più importante la formazione: essere laureati umanistici è molto apprezzato.
Per quanto riguarda la vita professionale giornalisti, dirigenti di partito, operatori della scuola o della sanità o studenti o professori universitari, possibilmente di materie umanistiche e del Mezzogiorno, per quanto anche Bologna e Padova possano andare bene, son l’ideale.
Punto 1: la copertina e il titolo
Ancora più importante dell’articolo è ciò che porterà le persone a cliccare su di esso, dunque copertina e titolo.
Per la copertina, tre sono i grandi classici che rappresentano la scelta migliore per il tuo articolo:
- Una foto della Costituzione italiana
- L’immagine dell’Italia tricolore che viene spezzata a metà
- Un’immagine di partigiani che passeggiano
Ovviamente, non sono le uniche opzioni e, con sufficiente esperienza, potrai scegliere l’immagine più adatta per il contenuto.
Per il titolo? Minaccia una grave conseguenza se passa l’autonomia: la fine del Paese, il declino economico del Sud, lo sperpero del Pnrr…
ChatGPT, ad esempio, suggerisce:
- L’autonomia differenziata è una minaccia alla coesione nazionale: ecco perché”
- “Come l’autonomia differenziata potrebbe portare alla disgregazione dell’Italia”
- “L’autonomia differenziata rischia di creare disuguaglianze inaccettabili tra le regioni italiane”
- “I pericoli dell’autonomia differenziata per la solidarietà tra le regioni italiane”
- “L’autonomia differenziata rischia di trasformare l’Italia in una confederazione di regioni divise e in conflitto”
Ma sono un po’ blandi, ti assicuro che con un po’ di fantasia puoi fare di meglio!
Punto 2: Introduzione
Un’introduzione che va al punto è essenziale per qualsiasi articolo ed è bene che offra una continuità, almeno parziale, con il titolo. Due o tre, massimo quattro, paragrafi che estendono quanto detto e spianano la strada a quello che si vedrà dopo.
Ad esempio, se il titolo è “Come l’autonomia differenziata trasformerà le regioni in satrapie diseguali” potresti scrivere come introduzione: “Un aumento del potere quasi feudale nelle Regioni, noti centri di spesa e corruzione, ma anche un aumento delle disuguaglianze. Invece di una Repubblica indivisibile avremo un ricco Ducato di Milano e un povero Regno delle Due Sicilie. Questo è ciò che ci aspetta se passa la secessione dei ricchi del governo”
Punto 3: parla del Covid
Un buon articolo sul tema non può che parlare del Covid, che ha dimostrato il fallimento del modello regionalista nella sanità, e di come l’autonomia – specie quella lombarda – abbia causato migliaia di morti. Parla di come sia vergognoso riproporla dopo quanto abbiamo visto e non avere paura di alzare anche i toni: minacciare una guerra civile non è nulla di male, ad esempio.
Chiaramente, non è che debba esserci un qualsiasi filo logico dietro al ragionamento, basta dirlo. Alla fine, si sa, basta ripetere una bugia qualche centinaio di volte perché diventi realtà.
Parimenti, è molto importante che tu citi il Pnrr e come sia stato il Sud a portare alla maggioranza dei fondi per l’Italia e che, in base ai criteri europei, debba ottenere un tot, tra il 40% e il 100%, di questi fondi. Anche qui non conta che ciò sia vero, basta che sia sufficientemente convincente per il tuo pubblico.
Punto 4: tira in ballo i morti per l’Italia
Siccome ciò che accadde negli anni 1850 è molto rilevante per la discussione oggi è molto importante che vengano citati i morti per l’Italia, possibilmente con un tono paternalistico e polemico, trattando come un’inaccettabile mancanza di rispetto l’idea stessa di decentramento: “c’è gente che è morta per la nostra gloriosa patria e voi volete dividerla in principati con l’autonomia differenziata?” è un’ottima linea.
Sembra troppo nazionalista? Non preoccuparti, il nazionalismo è un pericolo solo se viene dall’altro lato! D’altronde, retorica del genere l’abbiamo vista ovunque a sinistra, dal PD ad AVS passando per Possibile, mentre Francesco Storace ha sostenuto i referendum e il federalismo a geometria variabile!
A proposito, attaccare Fratelli d’Italia, ritenendo il qualche modo ipocrita il definirsi patrioti e sostenere l’autonomia, è un punto in più. Ti sconsiglio, invece, di tirare in ballo Garibaldi, in quanto potrebbe alienare il pubblico neoborbonico, un alleato essenziale nella nostra lotta che però vede male l’Eroe dei Due Mondi.
Punto 5: parla delle grandi sfide del momento
Intelligenza Artificiale, cambiamento climatico, Pnrr, transizione ecologica, guerra in Ucraina: apri un giornale, sottolinea una mezza dozzina di termini che sembrano di attualità e fai notare che oggi non è andando separati che si possono affrontare queste grandi sfide.
D’altronde, siamo nel mezzo di decine di cambiamenti, come pensiamo di prosperare tutti divisi? Siamo in Europa, è assurdo anche solo pensare di parlare di federalismo, una roba che forse andava bene negli anni ’60. Dovremmo essere più uniti, non meno uniti.
Punto 6: non essere contro qualsiasi autonomia
Essere contrari a qualsiasi forma di autonomia è impopolare, ma non è necessario esserlo.
Ricorda, ad esempio, di essere a favore delle Regioni, ma come definite nella Costituzione del 1948, quella vera, e di dire che l’autonomia dei comuni è importante e verrebbe compromessa con l’autonomia differenziata.
Ciò è molto utile perché, per come sono istituiti oggi, infatti, dare più potere ai comuni vorrebbe dire necessariamente accentrare competenze a Roma, che è ciò che vogliamo, così che lo Stato possa fare tante cose belle.
Punto 7: paragona l’autonomia alle peggiori disgrazie del secolo scorso
Per mettere un po’ di pepe, è indicato paragonare l’autonomia e le sue conseguenze alle peggiori disgrazie del ventesimo secolo, così che entri bene in testa al lettore ciò che capiterà.
Definire colonialismo il rapporto Nord-Sud, deportazione l’emigrazione di meridionali al Nord, apartheid i concorsi regionalizzati o olocausto le conseguenze delle disparità sanitaria – perché ovviamente quella lombarda fa schifo ma deve curare tutti – non è una cosa assolutamente controversa o vergognosa. La lotta di un bidello napoletano che con l’autonomia non potrà salire i ranghi a Torino per poi farsi trasferire a casa è paragonabile a quella di Nelson Mandela, se non addirittura più nobile.
Punto 8: Parla di come il Sud mantenga il Nord
Per aprire il culo il portafogli il cuore a questi insensibili lombardi e veneti che vogliono ancora l’inaccettabile e insolidale autonomia è bene che tu faccia notare che non è affatto vero che i flussi economici vadano da Nord a Sud: come ha fatto ben notare TPI, Il Sud paga gli egoismi del Nord che azzoppa l’Italia. Derubati di 60 miliardi l’anno.
Parliamo di una stima generosa, poiché c’è chi parla di centinaia di miliardi l’anno sottratti, inoltre il Nord vive solo grazie al Meridione: gli importantissimi e necessari dipendenti statali, gli studenti nelle università, ma soprattutto i docenti: l’industrioso Nord sarà capace di creare robot con i propri docenti autoctoni di materie tecniche, ma solo dal Sud arrivano i filosofi e gli umanisti che creano il cittadino.
Inoltre, ha assolutamente senso ricordare che il Sud acquisti materie e servizi dal Nord per decine di miliardi di Euro l’anno: dunque, questi soldi debbono essergli risarciti.
Anche storicamente, sono stati solo i meridionali, specie quelli delle regioni meno ricche, a rendere grande il Nord, come ammesso anche dal presidente lombardo Attilio Fontana.
Punto 9: non preoccuparti della coerenza!
Non è certamente importante che il tuo articolo sia coerente, purché tocchi tutti i punti visti. Dunque, sentiti libero di dire in una frase che l’unità del Paese è un valore supremo ma in quella dopo che se passa l’autonomia allora il Sud deve secedere. Così come è perfettamente accettabile dire prima che il Sud mantiene il Nord ed è dipendente da questo sistema e poi dire che, invece, è il Nord a finanziare il Sud e che interrompere o modificare i flussi sarebbe immorale e insolidale.
In buona sostanza, il limite è la fantasia, non la realtà.
Punto 10: conclusione
Con un articolo così solido come quello che avrai scritto seguendo questi consigli chiunque sarà convinto della tua posizione, a meno che sia un neoliberista insolidale o uno pseudonazista regionalista, dunque non ti consiglio una conclusione ad effetto.
Limitati a condensare in un paio di frasi lo spirito dell’articolo e a linkare l’eventuale petizione o libro che stai promuovendo, se non vendi niente, magari aggiungi un altro paio di righe giusto per renderla più sostanziale, ma senza che abbiano un reale significato.
Così, il tuo articolo sarà pronto e potrai collaborare alla difesa dell’Italia unita, solidale e indivisibile.