FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Conte e Fontana indagati a Bergamo: perché non è una bella cosa

L’avrete letto: Giuseppe “siamo prontissimi” Conte, Attilio Fontana, Giulio Gallera, l’allegro ministro della scienza che salvava l’omeopatia mentre i suoi fans credevano che fosse l’oracolo della salute e vari altri consulenti e dirigenti regionali e statali sono indagati a Bergamo per la prima ondata Covid.

Non sappiamo ancora tutto ma, per quanto possa essere anche legittimo sperare che qualcuno in quella lista (o anche tutti, se siete particolarmente manettari) finisca dentro non è con questa inchiesta che deve accadere, anzi, se scaturissero condanne per alcuni dei reati citati avremmo, nei fatti, una fortissima limitazione dei diritti che potremmo voler difendere in alcuni momenti.

Partiamo dalla cosa più sensata: rifiuto di atti d’ufficio. Abbastanza lineare, se uno degli indagati è un pubblico ufficiale e non ha fatto un atto del proprio ufficio che per ragioni, ad esempio, di sanità è urgente ha commesso un reato.

Ma passiamo ai punti forti: epidemia e omicidio colposo. Non conosciamo ancora in dettaglio l’impianto accusatorio della procura, ma è probabile che ritenga che, non avendo ordinato alcune determinate misure (come la famosa zona rossa in bergamasca), gli accusati abbiano causato la morte di alcune persone e la diffusione dell’epidemia.

In linea di massima i tribunali non hanno applicato il reato di epidemia colposa alla questione Covid, anche perché si ritiene generalmente che “la diffusione di germi patogeni” si riferisca proprio ai germi come entità autonome, non attaccate ad un corpo: un esempio classico è il caso Talluto, condannato per lesioni personali gravissime ma non per epidemia.

L’omicidio colposo – eticamente parlando – potrebbe essere remotamente comprensibile per chi magari aveva un particolare ruolo di fiducia in una gestione sanitaria e, per propria colpa, ha causato la diffusione del virus. Tuttavia, per un virus che si è diffuso ovunque (con un indice R0 tra 3 e 7), è abbastanza difficile argomentare in favore della colpa di qualcuno, a meno che vi siano state condotte totalmente negligenti.

Ma se passasse l’idea che Conte o Fontana siano penalmente responsabili per le morti causate dal Covid si creerebbe un precedente giuridico tremendo, che aprirebbe ad una responsabilità penale praticamente illimitata per chiunque, banalmente, faccia politica.

Un morto, d’altronde, è un morto, che sia di Covid, di un altro virus, di criminalità, di malattie del benessere, di inquinamento, di incidente stradale, ferroviario, aereo o di qualsiasi cosa: se l’idea è che il politico che non l’ha evitato è colpevole quali altri atti che sono considerabili politicamente discrezionali potrebbero essere reato?

Il politico, se non vuole rischiare la galera, sarà costretto ad agire sempre in un modo che minimizza i rischi e, quand’è la politica che sceglie quali rischi possiamo correre, la libertà si restringe.

Considerando che, specie dopo la pandemia, abbiamo scoperto che la costituzione italiana è una corta gonna che copre a convenienza una democratura e che dunque le libertà tutelate per davvero e non “eccetto che per disposizione di legge” non son tantissime, meno i politici sono obbligati a fare, specie per pararsi il didietro, meglio è. Tranne se si vuole vivere in un futuro distopico dove per entrare in un quartiere dove si spaccia bisogna firmare la dichiarazione antidroga, stando attenti a tornare a casa entro il coprifuoco anti-influenzale, che la variante di quest’anno è particolarmente dura e se muore più gente dell’anno scorso il politico del momento finisce a processo…

Siamo, nei fatti, di fronte alla versione regionale e statale del sindaco a processo perché qualcuno, all’asilo comunale, si è fatto male. Se solitamente finisce archiviato, la sola paura di finire in tribunale porta alcuni amministratori locali ad essere iperprudenti, figuriamoci se le condanne fossero la normalità!

O, come ha sintetizzato qualcuno, vogliamo davvero un paese in cui Speranza viene condannato per non averci chiuso in casa prima?

 

 

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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