Chi si sarebbe aspettato la vittoria di Elly Schlein alle primarie del PD? Certamente non io.
Ciò che sappiamo, però, è che il PD va in una chiara direzione, più vicino ad Articolo 1 (ormai in fase di riassorbimento) e AVS, quasi lasciando il Movimento 5 Stelle come forza di sinistra moderata!
Tutto ciò nonostante la scelta di chi nel PD è tesserato, va a volantinare e si fa, perdonate il francese, il culo e ha votato Bonaccini nei circoli. Chi milita nei fatti ha visto la propria volontà buttata nel cesso. Per di più, la Schlein è nel PD da pochissimo tempo, quando c’è gente che è nel partito da anni e magari fatica a trovare spazio.
Già varie figure di rilievo hanno annunciato l’abbandono della nave e altri hanno dubbi, non è difficile immaginarsi che altri, dopo aver visto il proprio partito “conquistato” da fuori con idee polarizzanti facciano altrettanto.
Da un nostro punto di vista è bene notare che il PD schleiniano sarà chiaramente contrario alle autonomie regionali: se già Bonaccini ha dovuto rinunciare a vari punti autonomisti per la sua corsa statale la Schlein è completamente nel team “no alla secessione dei ricchi che spacca l’Italia”.
Ma anche su molti altri temi il PD sarà ben più estremo rispetto a quant’era appena cinque anni fa: non posso che concordare con chi paragona la Schlein a Corbyn o a Melenchon, lo spazio per civici moderati, centristi, socioliberali e simili sarà ridotto quasi a zero e la linea dura dell’ambientalismo radicale, dell’odio per chi produce ricchezza e l’amore per chi la redistribuisce…
Il tutto mentre abbiamo un centrodestra dalla guida chiara e che, tutto sommato, è moderato e in linea con ciò che desiderano i cittadini: la Meloni è una politica italiana alla guida di un partito italiano, non è Margaret Thatcher, ma bisogna dirlo, da quand’è al governo non ha combinato particolari disastri, ha fatto generalmente cose condivisibili e, sondaggi alla mano, è apprezzata dagli italiani.
Il centrodestra, con un’opposizione del genere, potrebbe divenire un vero e proprio partito della nazione, specie se com’è prevedibile Forza Italia e la Lega perdano di rilevanza arrivando a federarsi o a unirsi a FdI. In sostanza, ciò che era il PD prima di perdere Renzi.