FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Se il WWF lombardo vuole commissariare la Regione per salvare l’energia inquinante (cosa succede ad essere no nuke)

È facile credere che il WWF sia un’associazione che si occupa solamente di tutelare gli animali e l’ambiente, ma purtroppo così non è: ha una propria agenda precisa che può essere incompatibile con i vostri pensieri. Lo è coi miei, per questa ragione non supporterò l’associazione né acquisterò prodotti che lo fanno e, spero che dopo questo articolo, capiate le mie ragioni.

Prima di tutto, il WWF è strenuamente contrario al nucleare, nonostante sia una forma di energia verde e di lunga durata (non è tecnicamente rinnovabile, ma l’uranio non finirà prima delle nostre vite, e nemmeno di quelle dei nostri nipoti…). Possono esistere ragioni economiche scettiche sul ritorno al nucleare, ma dovrebbero essere ben esplicate e, soprattutto, spiegarci come mai “siamo in emergenza” ma dobbiamo essere rigorosamente mercatisti sul nucleare, non ammettendo alcun sussidio (che viene allegramente concesso invece al solare, cosa che per anni si è tradotta in sussidio ai ricchi con la villa) e come mai si debba guardare solo al 2030 e non oltre. Se ci vogliono 20 anni per un programma nucleare e non lo iniziamo, ci vorranno sempre vent’anni…

In ogni caso, avrete sicuramente letto della grave siccità che sta colpendo la Padanìa in questo periodo, con particolare rilievo in Lombardia e Piemonte.

Una siccità del genere ha conseguenze importanti in molti settori: dall’acqua delle utenze domestiche all’agricoltura, passando all’energia elettrica.

Infatti, varie centrali richiedono acqua per funzionare: le centrali termoelettriche ne hanno bisogno per il raffreddamento, e infatti alcune si son già fermate.

Mentre quelle idroelettriche, beh… Funzionano proprio con i flussi dell’acqua, e anche quelle si stanno fermando.

Proprio per questa ragione, ossia il fatto che le centrali – pulite e rinnovabili! – idroelettriche utilizzano l’acqua sono nel mirino dell’associazione ambientalista, il cui presidente insubre parla dei 200 milioni di metri cubi d’acqua pronti a generare tanta energia pulita come “reddito per gli idroelettrici”.

Scemo io che pensavo che fosse energia pulita, ecologica e facilmente estraibile, evidentemente.

Ben più paradossale è la ragione della necessità, almeno dal punto di vista ambientalista: “riprende la produzione termoelettrica sul Po”. E, se leggete l’articolo linkato, non è l’unica menzione del termoelettrico.

L’idroelettrico è una delle fonti più stabili e programmabili di energia pulita, se in piena “emergenza climatica” dobbiamo limitarlo per far funzionare le centrali termoelettriche la transizione ecologica è una barzelletta e il rifiuto del nucleare la rende poco divertente.

Certo, anche le centrali termonucleari hanno bisogno di raffreddamento, sennò hanno una certa tendenza a scoppiare (portandosene comunque dietro meno delle dighe), ma è anche vero che una centrale nucleare produce molta più energia per spazio occupato e carburante utilizzato e, soprattutto, non butta le proprie scorie nell’aria, in una Pianura dove se arrivi a 70 anni senza malattie legate all’inquinamento ti danno un encomio formale.

Alla base di tutto ciò, comunque, c’è un concetto semplice: piaccia o meno ai comitati dell’acqua pubblica, l’acqua è un bene scarso. Capisco che da marzo 2020 a questa parte il “commissariamo la Lombardia” sia la soluzione a tutti i problemi, dai calzoncini corti messi con gli stivali alle punture di zanzara, per una certa area politica, ma se manca l’acqua può esserci tutto il patto per l’acqua che si vuole ma l’unico uso sensato per esso è, perdonate il francese, pulircisi il culo: d’altronde, se chiudono l’acquedotto, non c’è molto altro da utilizzare…

Proprio la scarsità impone delle decisioni difficili: posso dare acqua qui o lì, ma non darla lì, non posso darla ovunque. Scegliere scontenterà sempre qualcuno: d’altronde, ognuno ha interessi diversi. Le industrie vogliono corrente per lavorare e poco gli frega se il prato del contadino si secca, il contadino se ne frega se la fabbrichetta deve fermarsi, basta che può raccogliere e vendere, i termoelettrici vogliono acqua per le loro centrali, mentre gli idroelettrici vogliono far andare le loro, al Pietro Candiani medio non importa nulla di tutto ciò e vuole l’acqua alle 10:30 per iniziare a far la polenta, e chi si occupa di bilanciare tutto deve bilanciare centinaia, se non migliaia, di situazioni simili.

gray concrete road near the nuclear power plant
Photo by Vladimír Sládek on Pexels.com

In tutto ciò, siamo davanti a un paradosso verde: se avessimo il nucleare, togliere acqua all’idroelettrico per mandarla nella Bassa e innaffiare i campi e, soprattutto, raffreddare le centrali termonucleari non sarebbe un problema, poiché staremmo spostando della produzione verde e programmabile da una tipologia di centrale all’altra.

Così, invece, si propone di rallentare o addirittura fermare un’energia verde per… Garantire il funzionamento di un’energia inquinante e basata su combustibili fossili.

Non è certamente l’unico caso del genere né l’unico di rilievo: la Germania, dopo una closing spree di centrali nucleari ad opera dei Verdi che tanto ha entusiasmato le associazioni ambientaliste nostrane, si è ritrovata davanti alla banale realtà e ora dovrà riattivare le centrali a carbone per andare avanti. Questo non è neanche arrabbiarsi con la moglie e dare un calcio al cane, è arrabbiarsi con la moglie e tirarsi un calcio nei coglioni da soli, perdonate ancora il francese.

Come dice un saggio, “l’ambientalismo senza nucleare è solo giardinaggio”. E questo articolo ne è la conferma: se queste dichiarazioni le avesse fatte il “Comitato Ambientalista Pro Nucleare” non avrei avuto molto da ridere (se non per l’eccessiva fiducia nell’intervento statale nel caso di beni scarsi, ma in Italia è la normalità, siamo noi quelli strani), ma nel momento in cui le dice è contro l’unica forma di energia che, almeno in questo secolo, può salvare capra e cavoli assume subito un alone di irrealtà e, se non stessimo parlando del futuro stesso del Pianeta, di involontaria comicità.

Per questo articolo non posso che ringraziare l’ingegner Mattia Butta, che per anni ha pubblicato sul suo blog interessanti articoli sul tema dell’energia, soprattutto nucleare, e sulla praticità delle energie rinnovabili. Senza averli letti, sarei stato decisamente perduto.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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