Adalberto Ravazzani mi ha inviato questa risposta al mio articolo su filosofia e metodo scientifico, che son felice di pubblicare con un ringraziamento.
Uno dei grandi mali della cultura italiana va rintracciato nell’idea distorta sulla superiorità della mentalità umanistica-classicista su quella scientifica-tecnica. Questa visione del mondo potrebbe essere definita
come il paradigma Croce-Gentile (oggi dominante).
I due filosofi del neoidealismo italiano, contaminati dalla dottrina dello Spirito di Hegel, al di là delle loro differenti visioni politiche e filosofiche, convergevano in un unico punto didattico: erano convinti acriticamente che il sapere umanistico e classico fosse gerarchicamente più importante del metodo scientifico.
Giovanni Gentile nel 1923, in pieno fascismo, riformò le scuole e le università italiane secondo questo principio. Le cosiddette élite culturali dovevano essere allevate e forgiate secondo principi intellettualistici, a suon di liceo classico e, per finire l’opera, con un bel ritiro nella superbia e nei vizi delle facoltà di lettere e filosofia. Benedetto Croce liquidò la scienza ed il metodo scientifico come l’insieme degli pseudoconcetti, inferiori in tutto e per tutto alle filosofie umanistiche o letterarie. Mentre nei paesi anglosassoni la filosofia analitica andava indagando ogni aspetto dello scibile pragmatico, dalla logica alla filosofia della scienza, dalla filosofia della matematica ai principi della geometria o dell’economia, nel nostro paese dominato da cosiddetti letterati e filosofastri continentali, il sapere tecnico-scientifico andava spegnendosi, deprezzato dalle “lobbies” umanistiche e letterarie, quelle che ancora oggi sono impegnate in una battaglia di basso livello a favore del linguaggio “inclusivo”, per gli asterischi, contro la mentalità imprenditoriale e via dicendo. Eppure ciò che distingue la scienza da ogni pretenziosa indagine pseudointellettuale risiede nella questione del metodo. La scienza è una forma di sapere che dal ‘600 in poi, cioè a partire dalla rivoluzione galileiana, opta per “sensate esperienze e necessarie dimostrazioni”. Scienziati come Galileo o Newton si affidarono all’idea baconiana di un sapere preciso e affidabile, capace di estirpare l’ignoranza delle spelonche della mente dell’uomo. Per far questo era necessario “interrogare la natura” e “matematizzare pitagoricamente la realtà”.
Oggi più che mai in Italia è necessario puntare al sapere scientifico e mettere tra parentesi le discipline umanistiche. Le facoltà umanistiche-letterarie, in un una società come la nostra che richiede oggi più che mai conoscenze di stampo ingegneristico, informatico, biomedico, non forniscono più la giusta preparazione, gli sbocchi lavorativi, il progresso conoscitivo e sociale, medico e scientifico. A meno che, ovviamente, la “tata Stato” sistemi con un bel concorsone pubblico gli umanisti, dando un senso alle loro nozioncine storiche (mica sono dei filosofi o dei poeti, sia chiaro!).
Aveva d’altro canto ragione Rothbard: gli umanisti e gli intellettuali hanno bisogno dello Stato, l’unica entità che è capace di garantire un po’ di mercato alle loro pretese narcisistiche. Certo, tornando a noi, anche le modalità d’insegnamento della matematica o delle scienze devono essere rivoluzionate. Occorre educare a queste discipline come se fossero un gioco creativo e non come mere esperienze asettiche o nozionistiche, altrimenti ci ritroviamo con la stragrande maggioranza dei giovani che si iscrivono al liceo invece che all’istituto tecnico, oltre ad essere dei futuri e potenziali frequentatori dei dipartimenti umanistici, a scapito della scientificità e lo sviluppo.
Per chi considera la scienza come una conoscenza di Serie b (in nome dell’intellettualismo)si ricordi della scritta affissa nell’accademia platonica: ”non entri chi non è un matematico”. Almeno lo statalista Platone, a differenza degli statalisti intellettualoidi odierni, apprezzava la scienza, il metodo e l’obiettività che solo delle conoscenze scientifiche possono garantire alla comunità umana!
Adalberto Ravazzani