So che nel momento in cui i politici urlano “unità” non porta applausi dirlo, ma lo ribadisco: la Lombardia non merita il circo romano del Green Pass.
D’altronde, abbiamo vaccinato il 90% dei vaccinabili, quando partirà la campagna per i bambini saremo pronti a vaccinare anche loro e le terze dosi vanno bene. Sembra quasi che la Rosa Camuna si sia tramutata in un quadrifoglio, per la fortuna che ci ha portato dopo un’iniziale debacle causata dal virus sconosciuto.
Eppure, il governo lombardo va da quello romano con il cappello in mano a chiedere che le restrizioni valgano solo per i non vaccinati. Che, per carità, è meglio di avere restrizioni erga omnes, ma è davvero il meglio che possa avere la Lombardia?
Beh, non penso proprio. Perché se un’isola felice come la Lombardia, che vaccina e ha un popolo che si vaccina non può iniziare a togliere le restrizioni, viene da chiedersi quando sarà possibile farlo.
Per carità, ripeto, grazie Salvini: hai ottenuto un compromesso decente che probabilmente mi permetterà di fare atti pericolosissimi come passeggiare la sera, ma spacciare un compromesso come un grande successo del governo Draghi è francamente risibile.
Un governo lombardo forte, e magari un fronte veramente autonomista tra regioni, avrebbe chiesto una sola cosa, al posto della mascherina obbligatoria anche all’aperto, che è l’equivalente sanitario della statuetta di Napoleone che ha vostra nonna all’ingresso perché crede che sia Sant’Antonio che protegge la casa: premiare le regioni più vaccinate.
Come diceva un tal Cattaneo è meglio vivere amici in dieci case che vivere discordi in una, e così dovrebbe essere anche per le misure COVID: perché cercare una quadra tra realtà diverse quando potrebbero ragionare, almeno le migliori, da sole?
Non sarebbe molto più sensato imporre il super green pass a chi entra in Lombardia per ragioni non essenziali, così mantenere stabile il numero di vaccinati, e dare libertà a questa responsabile Lombardia di iniziare a ridurre le restrizioni interne così da prepararsi all’ormai vicina fine di esse?
Oh, è incostituzionale limitare il movimento dei cittadini? Invece vietare alla gente per nove mesi di passeggiare la sera è perfettamente ok?
Costerebbe molti soldi effettuare i controlli? Beh, Draghi ha promesso uno spiegamento totale di forze di polizia, roba che i boss mafiosi si staranno vaccinando pur di non essere beccati da una pattuglia vaccinale, per il controllo del green pass: basterebbe spostare quelli destinati alla Lombardia al confine e con l’aiuto di un po’ di tecnologia fare lì i controlli.
E, nel mentre, qui potremmo iniziare a ridurre le restrizioni, magari rimodulandole quando necessario. Iniziamo, magari, a togliere il GP per i ristoranti a pranzo se si è in meno di 4 al tavolo ed è garantito il distanziamento nelle zone con bassa incidenza? O magari a toglierlo dalla cultura, lasciando però agli operatori l’opzione delle 2G, e in tal caso vengono meno distanziamento e mascherina?
Perché, onestamente, è ridicolo dover andare in un posto con le 2G e tenere mascherina e distanziamenti vari. È come fare sesso sicuro facendo il test delle MST, usando il preservativo e per sicurezza facendo il salto della quaglia, il tutto mentre si fa sesso digitale “perché non si sa mai”. Ci crediamo o no in questo vaccino?
Queste cose sarebbero possibili se la Lombardia avesse una casa, una casa in cui può dire che se c’è la tempesta e non metti le pattine non entri e di cui può chiudere la porta con delle chiavi.
Ma la Lombardia, invece, affitta una stanza da Roma, così deve accettare che sia Roma a dettare legge e, al massimo, di poter attaccare i poster in camera.
Ma, evidentemente, a nessuno importa. Né ai lombardi, né agli elettori lombardi, né agli eletti lombardi. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, alla fine.