Alitalia è morta. No, mi rifiuto di dire “viva Alitalia”.
Da oggi iniziano i voli di ITA. È ancora decisamente presto per capire se sarà una compagnia degna di questo nome o se la “chiara discontinuità” è solo un modo per non fare arrabbiare Bruxelles e tra tre anni ci troviamo a dare altri soldi all’ennesima iterazione di Alitalia.
Tuttavia, c’è una chiara metafora tra Alitalia e lo Stato che rappresenta…
Alla fine Alitalia nacque in un periodo in cui nel mondo era la normalità che lo Stato possedesse e controllasse le linee aeree del proprio Paese, un po’ come quando nacque l’Italia era la normalità la creazione di nuovi stati supposti nazionali.
Ma poi i tempi son cambiati, i mercati si sono aperti, Alitalia e l’Italia sono diventate poco competitive, complice anche la loro organizzazione fortemente statalista e sindacalizzata, più votata alle soddisfazione di chi ci lavora all’interno che dell’utenza.
Si è fatto di tutto per evitare di affrontare la realtà e qualsiasi discussione sullo status quo veniva affrontata con “è il nostro orgoglio” e “non possiamo non avere una bandiera”.
Ma poi qualcuno da Bruxelles si rese conto che la realtà è più importante dei sentimenti e doveva avvenire la salvazione. Per l’Italia doveva essere Monti, per Alitalia la sequela di manovre degli anni 2010.
Ma poi ci si è resi conto che la salvazione non era così tanto tale e c’è stato bisogno di un’altra salvazione, per Alitalia è ITA, per l’Italia il Governo Draghi.
Sarà il vero cambiamento? Ovviamente non possiamo saperlo, anche se su Alitalia potete leggere questo nostro articolo, su Draghi potete leggere queste nostre tre interessanti opinioni.
In ogni caso, è quasi inquietante il come Alitalia sia una rappresentazione quasi specchiata dell’Italia: un qualcosa di nato in un’altra era, ormai obsoleto e irrecuperabile, mantenuto un po’ per ragioni di clientelismo, un po’ per orgoglio e un po’ per semplice abitudine, nonostante qualsiasi forma di buonsenso suggerisca di liquidarle il prima possibile per limitare i danni.
D’altronde, l’Italia alata non è così diversa dall’Italia che la fa volare…
