FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Da Turati a Santa Maria Capua Vetere…

Mi fa ridere come gli italiani, per dirsi grandi, provino ad appropriarsi del milanese, suddito di Maria Teresa, Cesare Beccaria e poi giustifichino in massa eventi come questo, al grido di “io sto con le forze dell’ordine”.

Non ho capito in base a quale logica si possono accusare gli statali di non fare un tubo dalla mattina alla sera, di essere in sovrannumero e campioni mondiali di solitario, anche per quelli che lavorano per davvero, mentre se si parla del marcio nelle forze dell’ordine, che pare non essere affatto poco, lo si debba fare con il “sacro timor di Dio” addosso, specificando sempre che si parla di una minoranza e grazie sempre ai nostri angeli in divisa e bla bla bla.

Vabbè, volevo però ricordare un breve intervento alla Camera dei Deputati di Filippo Turati, deputato socialista, fatto nel 1920:

La questione degli uffici e della burocrazia è una cosa sola con la vexata quaestio del Mezzogiorno. 
Il Mezzogiorno è il gran vivaio, e quasi il solo vivaio, di tutta la burocrazia italiana, di tutti i gradi, dal capodivisione oramai alla guardia carceraria.

La difficoltà del problema burocratico è tutta la; si tratta, al lavoro parassitario, malsano, turbolento, di sostituire in Italia la possibilità del lavoro produttivo.

Nell’Alta Italia, regione industriale, si può dire che non vi sia un solo alunno dei nostri politecnici, delle nostre scuole superiori, ed anche delle medie, che aspiri ad un ufficio di Stato.

Questi sono diventati uffici di collocamento per quella che chiamerei “la mano d’opera cerebrale disoccupata, inadatta a qualunque utile servizio”

Filippo Turati

Non è un mistero che la quasi totalità degli agenti di polizia, così come la maggioranza degli statali in generale, sia meridionale. Uno si aspetta che in 101 anni uno Stato, passato da monarchia liberale a Stato fascista e poi a repubblica d’ispirazione sociale, risolva questi problemi ma no, il discorso di Turati si potrebbe rifare tranquillamente oggi, sempre a Montecitorio e avrebbe perfettamente senso, l’unica differenza sarebbe che verrebbe ripubblicato da esponenti indignati di PD, Lega e M5S che urlano al razzismo e al tentativo di questa classe politica egoista del Nord di togliere il lavoro al Sud, rallentandone lo sviluppo.

Esiste chi, sicuramente, sceglie il lavoro di agente di polizia perché gli piace, ma per tanti altri è semplicemente una delle alternative di “lavoro parassitario, malsano, turbolento” che lo Stato offre: si può finire a fare il giardiniere per la provincia, il riparatore di macchine da scrivere per la regione, l’impiegato per il comune o il poliziotto per lo stato…

Un lavoro che, però, richiede molta disciplina e anche una propensione all’accettazione automatica e senza questionare degli ordini, in sostanza, se non sei portato è una frustrazione quotidiana. Inoltre, anche grazie all’elevata domanda, i salari non crescono molto, se non per ragioni elettorali, quindi chi può preferisce fare altro, come d’altronde spesso accade nell’istruzione, dove chi sa bene viene attratto dal privato e chi sa poco passa l’inferno dei concorsi, portando la qualità dell’istruzione a peggiorare, come testimoniano i vari test PISA.

In un Paese ideale, penso solo alla Svizzera, ci sarebbe un numero moderato di agenti di polizia, ben addestrati e che lo fanno per passione, specie quelli penitenziari che dovrebbero avere anche un ruolo educativo.

In Italia invece abbiamo numeri da Turchia, addestramento questionabile e selezione burocratica che porta ad avere gente che è lì giusto perché non ha alternative e questi sono i risultati.

Il costante peggioramento della qualità dei servizi pubblici è un tutt’uno con le questioni settentrionali e meridionali: al Sud non conviene creare lavoro, grazie alla contrattazione nazionale e alla concorrenza del settore pubblico, e l’istruzione si adegua, fregandosene di istruire regalando invece 100 e lode che tanto avvantaggiano durante i concorsoni, portando a un circolo vizioso in cui il livello si abbassa perché chi deve istruire e controllare è entrato nel pubblico proprio grazie all’abbassamento di livello. Inoltre, alla politica conviene tenere servo del posto pubblico il Sud, così da poter muovere centinaia di migliaia di voti con un solo concorsone ben mirato.

Senza un nuovo Turati che ha il coraggio di dire le cose come stanno, beccandosi le ovvie accuse di razzismo magari da chi si definisce erede del suo PSI, molto presto la questione sarà definitivamente risolta: il livello dell’istruzione calerà richiedendo più posti pubblici, la pressione fiscale dunque si alzerà così tanto che nemmeno al Nord converrà creare più lavoro e anche il Nord vivrà di lavori pubblici, trasformando finalmente l’Italia in una fusione da cartone animato giapponese tra la Grecia e l’Argentina.

Almeno finché l’UE o i mercati non staccheranno la spina…

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.