Mi ricordo ancora quando i politici facevano a gara a chi faceva più debito, proclamando a gran voce come il poterne fare a oltranza, con un’aperta sfida con l’UE, un’espressione di sovranità contro gli eurocrati. E io che dicevo che è espressione di sovranità tanto quanto è espressione di sovranità mangiarsi i cucchiai di zucchero se si è diabetici per far dispetto al medico venivo additato come disfattista e anti-italiano.
Poi è arrivato il COVID. E abbiamo visto che economie forti e con poco debito, come la Svizzera e la Danimarca, si son potute permettere alcune chiusure senza distruggere la propria economia.
Sia chiaro, la ricchezza non creata non verrà miracolosamente a colpi di debito, ma farne permette, in queste situazioni, all’economia di sussistere fino alla ripartenza.
L’Italia, dopo aver mostrato a tutti i propri muscoli sovrani, invece, è restata in braghe di tela facendosi male due volte: la prima è facendo un sacco di debito insostenibile, la seconda è che questo debito insostenibile comunque sta pagando ristori ridicoli che non aiutano nessuno.
Un Paese con tanto debito non è destinato a finire bene. E se magari, con qualche scusa, riesce a sopravvivere ai tempi ordinari, basta una crisi per mandare tutto in malora.
A meno di una cura davvero rigira, l’Italia non avrà un futuro roseo. C’è da sperare, almeno, in un dolce declino e non in una violenta separazione tra chi dallo Stato beneficia e chi, invece, viene preso in giro, chiuso, malrisarcito e tacciato di evasione e disubbidienza se osa fregarsene per mangiare…