Tutti che, da Draghi, si aspettavano chissà quale governo e poi se ne esce un misto tra una trasmissione de “gli Sgommati”, una casa per anziani e un’ammucchiata.
Io, sinceramente, dubitavo potesse uscirne chissà che cosa: i governi tecnici, ovviamente, richiedono il sostegno del Parlamento e quindi possono fare poco prima di incorrere nelle ire delle Camere.
Ma, per citare una nota pagina Facebook… Avevamo basse aspettative ma… Non posso scriverlo, cercatevelo.
Invece di un governo tecnico ci becchiamo un governo politico con qualche tecnico, una sorta di Conte III ibridato con un Draghi per formare un qualcosa in stile “Tomacco” dei Simpson. I nomi variano dal “ho sentito di peggio” all’immediato avvizzimento e conseguente caduta delle gonadi.
Spicca la conferma di Speranza alla salute, probabilmente per continuità. Ricordiamoci che, se c’è un responsabile politico per l’aver preso draconiane misure tali da causare un crollo del PIL di quasi il 9% e un rapporto debito/PIL che sfiora il 160% senza evitare 93’000 morti, è lui.
Ci hanno (probabilmente giustamente) preso per il naso per mesi per Gallera, che poi è stato mandato in ferie e sostituito dalla Moratti, e oggi accettano una riconferma del genere. Se mi chiedessero una buona ragione per sostenere la secessione della Lombardia, citerei questa.
Certo, “continuità”, dicono. Anche andare al ristorante, mangiare la prima portata, stare male e finire al pronto soccorso con una intossicazione alimentare ma tornare il giorno dopo per il secondo è “continuità”. Se una cosa non funziona cambiarla è un bene, ma in Italia siamo estranei a questo concetto e ci teniamo servizi osceni in nome della continuità.
Sono sicuro che il governo Draghi porterà ad una cosa: un Recovery Plan. Perché quello da quindici righe del Governo Conte II era un Bignami, non un piano. E magari sarà anche relativamente decente, anche se dubito molto della transizione ecologica e temo che si ridurrà a sussidi a pioggia nei confronti delle categorie che possono permettersi auto elettriche e una villetta coi pannelli solari, qualche infrastruttura utile (più varie cattedrali nel deserto) e solo in ultimo qualcosa di veramente utile per il Pianeta.
Tuttavia, entusiarmarsi per un governo in esplicita, seppur parziale, continuità con i due governi peggiori della storia repubblicana è quantomeno avventato: il ruolo di Draghi in questo esecutivo è, purtroppo poiché è una persona davvero competente che potrebbe sicuramente migliorare l’Italia se fosse alla guida di un governo migliore, come quello di un barattolo sterile in un esame delle feci, ossia dare un aspetto dignitoso e usabile a quello che c’è dentro.
Non avverranno di certo disastri – anche se un ministero della salute in mano al chiusurismo più totale non lascia ben sperare – almeno non peggiori di quelli a cui l’avvocato del popolo ci ha abituato. Anzi, visto che qualche figura competente c’è è anche possibile che vada un pochino meglio.
Ma l’Italia è ancora spedita verso il baratro e con l’autopilota innestato, il governo – allo stato attuale – al massimo potrà ridurre un pelo la velocità e dirci di allacciare le cinture. La cosa più saggia, probabilmente, è approfittare della situazione per buttarsi in corsa.
Ma, alla fine, non sarà mai un governo a salvare l’Italia ma solo la volontà popolare, da esprimere alle urne, votando bene, un movimento che tenga sotto controllo la spesa, che offra un welfare giusto ed efficiente, che permetta all’economia di crescere e di ridurre il debito. Movimento che, mi risulta, non esista ad oggi.