Che le attività chiuse debbano essere risarcite è sacrosanto. Che tale principio possa applicarsi a tutte le attività, con frasi “lockdown totale e ristori subito” è stupido.
Perché un ristoro è un prestito. Anche se non ci arriva da pagare un bollettino con scritto “restituzione ristoro”.
La ragione è molto semplice e insita nel come vengono finanziate queste misure: a debito.
Stati come la Svizzera o la Germania hanno un’economia forte e possono permettersi di fare debito e di ripagarlo ordinariamente, dato che per loro è addirittura normale avere un surplus di bilancio con cui pagano già i debiti.
L’Italia, invece, è un malato cronico di debito. Tra noi e loro c’è la stessa differenza che c’è tra una famiglia che fa un debito per ristrutturare l’ufficio di famiglia per accogliere più clienti e un tossicodipendente che fa debiti per comperarsi l’eroina: l’azione è la stessa, le ragioni e le conseguenze decisamente no…
A meno di volersi suicidare economicamente l’Italia, una volta uscita da tutta la questione coronavirus, non potrà continuare a pagare il debito indebitandosi di più e nel mentre indebitandosi per i fatti suoi: bisognerà ridurre l’indebitamento.
A meno di forti scossoni elettorali che ci portino al governo – non dico tanto – una Thatcher, i politici non rinunceranno al loro reddito di cittadinanza, super-concorsone, bonus tende, uova di Pasqua e formaggi erborinati e ciò vorrà dire solo una cosa: tasse più alte.
Alla fine, invece di avere un vero e proprio bollettino per ripagare tale prestito lo si farà nel solito bollettino delle imposte, con un certo sussidio anche dai contribuenti ma, valutando l’ampiezza delle chiusure e il fatto che in Italia i contribuenti siano una minoranza, nemmeno così importante.
Ripeto: esistono delle attività che con tutta la buona volontà devono rallentare. Meno ne chiudiamo, più sarà sostenibile risarcirle.
Non bisogna cullarsi nell’illusione, però, del ristoro come soluzione a tutto, magari pagato dall’Europa, dai ricchi, dai paradisi fiscali o da chiunque abbia qualche spicciolo via. Anche perché la strada da prestito a ipoteca sul futuro è davvero corta.