Se qualcuno mi chiedesse la legge che preferisco non avrei dubbi: il secondo emendamento della Costituzione americana.
Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto
Tuttavia la mia interpretazione del secondo emendamento probabilmente non piacerebbe alla maggior parte degli americani.
Prima di tutto io penso che gli eserciti debbano ridursi. Dovrebbero essere forze di “polizia internazionale”, col compito di proiettare la forza di uno Stato al di fuori di esso, se necessario. Un compito del genere sarebbe inoltre affidabile anche ad una confederazione di entità, come l’Unione europea, dato che abbiamo grossomodo interessi similari.
E a difenderci sul territorio? Dovremmo pensarci “noi, il popolo” direttamente.
Come? Con una milizia ben regolamentata.
Milizia non è un esercito che lo Stato si sceglie ma siamo tutti noi.
Ciò vuol dire introdurre la leva obbligatoria? No, solo un addestramento, niente caserme né nulla. Anzi, dato che la parola obbligo mi dà sui nervi direi che l’opzione base dovrebbe essere incentivare l’addestramento e renderlo obbligatorio solo se strettamente necessario.
Basarsi principalmente sulla milizia vorrebbe dire rendere realtà il diritto di resistenza. Perché un popolo disarmato nulla può contro un forte esercito ma un popolo addestrato può invece mantenere le proprie ragioni contro un governo oppressivo.
Inoltre una milizia renderebbe molto più labile il concetto di sovranità nazionale: il territorio viene difeso dai propri cittadini. Se questi ritengono l’invasore migliore dell’attuale governo nulla vieterà loro di preferire fare colazione che combattere il nemico.
La mia interpretazione del secondo emendamento è forse quella più vicina ai tempi dei Padri Fondatori: decisamente non pensata per un poliziotto del mondo come sono gli States di oggi ma per uno Stato leggero, magari con i confini difesi da un’entità sovranazionale.
È sicuramente un po’ utopico credere in una confederazione d’Europa leggera, che fornisca la politica estera, la difesa dei confini e i compiti di “polizia internazionale” già citati, lasciando non agli Stati ma alle Comunità Territoriali i restanti compiti, come descritto qui, qui e qui.
Ma sarebbe decisamente un mondo migliore, più libero, con Stati più democratici e partecipativi. Se lo Stato siamo noi, perché l’ente che esercita la sua forza non possiamo essere noi?
E lo so, è noioso magari passare quel pomeriggio che avreste voluto passare mano nella mano con la vostra amata a sparare al poligono, imbarazzati dal fatto che mentre voi a malapena sapete prendere il bersaglio lei fa l’istruttrice.
Ma è molto più noioso dover dare quasi la maggioranza del proprio lavoro allo Stato per servizi scarsi che valgono molto meno, doversi fare un anno sotto le armi a prendere ordini da un idiota in divisa e venir mandati a morire dall’altra parte del mondo perché una compagnia petrolifera deve difendere la propria posizione.
Son soprusi che lo Stato può permettersi perché ha una propria armata, che spesso agisce più come una forza mercenaria della classe dirigente che come forza di tutela del popolo e della legge.
Ma in un mondo sempre più pacifico, dove le operazioni sono sempre più lontane e per combattere nemici comuni come il terrorismo, queste armate avranno sempre meno spazio.
E nel terzo millennio ci sarà sempre più spazio per queste milizie. E si potrà sottolineare il libero in Stato libero.