Ricordiamo tutti a marzo e aprile i “medici eroi” ai quali dedicavamo murales, cori, striscioni dai balconi e applausi nei flash mob.
Mentre oggi pare che i medici e gli operatori sanitari abbiano perso tutto questo prestigio e siano molto più questionabili, addirittura sono stati denunciati atti di violenza contro medici e le loro proprietà.
Ma cos’è successo? Gli italiani sono diventati tutti fan dei cari vecchi medici della peste? Tutti negazionisti come vuole suggerire una certa politica?
Non penso proprio. La verità è semplicemente che gli italiani, ad oggi, hanno priorità differenti rispetto alla prima ondata, mentre quelle dei medici non sono cambiate.
I cittadini, escludendo alcune particolari categorie d’età, sia nell’alto che nel basso, accomunate dal non dipendere finanziariamente dal lavoro e dal predicare bene ma poi giocare a Yu-Gi-Oh/briscola con la mascherina abbassata, ad oggi vogliono una cosa: convivere col virus.
Con le dovute mascherine, distanze e limitazioni di capienza, ma convivere, lavorando e vivendo.
I medici, almeno quelli organizzati dato che ci sono anche quelli con idee molto più “svedesi”, chiedono un lockdown totale rigido per evitare di perdere la guerra contro il virus.
Cioè, in sostanza, ci chiedono di rinunciare ad una dose enorme di libertà e ai nostri redditi perché non riescono a seguire il virus.
E qui, diciamocelo, se non avete un lavoro pubblico a salario garantito e non avete risposto con “ah, ci mantenete voi?” siete dei santi.
Comodo, purtroppo, parlare quando si ha un salario garantito. Ma non tutti hanno questa comodità, alcuni se non lavorano devono vivere di sussidi e far vivere la propria azienda di ristori con cui possono pagare a malapena la corrente.
E, così, i medici passano per egoisti: invece di curarsi di tutto ciò se ne fregano e pretendono che tutti noi ci fermiamo, chiudendoci entusiasticamente in casa come a marzo, vivendo con la magia e con qualche sussidio.
Ma lo spirito di terrore di marzo, francamente, non esiste più. Da ciò, ovviamente, la comunità medica risulta fuori dal mondo e sentirla chiedere a gran voce un lockdown totale ci fa quasi ridere, come se i Vigili del Fuoco volessero obbligarci a non mangiare in casa perché la maggior parte degli incendi domestici parte dalla cucina.
E, quindi, è spontaneo che si formi opposizione contro i medici: la loro posizione viene vista, ed è, come politica, non più come scientifica. Le persone vogliono contenere la pandemia ma non come dicono loro e quindi, alla fine, ne escono come dei caparbi che pur di non scendere a compromessi sono disposti a far schiantare il Paese.
Capirete che c’è poco dibattito se uno dice “o lockdown totale o 10’000 morti” e l’altro dice “di quanti anni e da dove?”
Poi, ahinoi, la politica italiana è un porcile e entrarci significa matematicamente odio e cose negative. Sarebbe bene se non fosse così.
Ma è anche sbagliato, come fatto su alcuni telegiornali, far passare il messaggio che legittime critiche a tali posizioni, per quanto magari non prive di pepe, siano in qualche modo forme d’odio.
Avere una forte posizione morale non rende, ovviamente, tuttologi. E, soprattutto, senza tasse non si finanzia il SSN…