Il Veneto è stato annesso all’Italia con un plebiscito che si è svolto nei giorni 21 e 22 ottobre 1866, in ossequio a quanto previsto dal trattato di pace stipulato a Vienna fra Italia e Austria il 3 ottobre 1866 nel quale si parla di “sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate”.
Lascio perdere in questa sede che il Veneto fu in realtà passato al Regno d’Italia due giorni prima del voto, venerdì 19 ottobre, come sta scritto nella “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia” dello stesso giorno, e che quindi i veneti andarono a votare quando tutto era già stato deciso, lascio anche perdere il modo in cui si svolsero le votazioni, schede di colore diversi per il si e per il no, obbligo di dichiarare le proprie generalità, nessuna segretezza del voto, per chiedere la vostra attenzione sulle varie lapidi che sono presenti nelle piazze e nei palazzi della nostra regione.
Incomincio da quella che riporta i dati complessivi, visibile all’interno del Palazzo Ducale di Venezia; sta scritto che i voti favorevoli furono 641.758, quelli contrari appena 69, i voti nulli 273, vuol dire che il 99,99 % votò a favore.
Passiamo a quella esposta a Palazzo Moroni, sede del Comune di Padova, dove si può leggere 15280 “tutti pel si”, che bravi i padovani!
In quella esposta nel Palazzo dei Trecento a Treviso, si legge che i voti affermativi furono 84526, quelli negativi 2, nulli 11; a Bassano del Grappa altro trionfo 3508 pel si, zero per no e 14 nulli.
Allora, lascio da parte tutte le considerazioni di carattere storico, culturale, economico, sociale e faccio solo considerazioni di carattere statistico: è possibile che su quasi 650.000 votanti ci sia una percentuale del 99,99 %? Gli studiosi lo escludono categoricamente, perché c’è il cosiddetto voto di sbaglio, perché qualche bastian contrario c’è sempre eccetera … è matematicamente impossibile che una massa così importante di votanti si arrivi al 99,99 % di voti in un senso oppure nell’altro …Eppure gli storici del regime si guardano bene dal contestare simili dati.
E ancora, sono credibili i dati che appaiono a Padova, a Treviso, a Bassano del Grappa? Non è credibile che a Padova non ci sia stato un voto contrario, non è credibile che a Bassano sia successo la stessa cosa e che nell’intera provincia di Treviso ci siano stati appena due voti contrari.
E se non sono dati credibili, sono dati falsati; ma queste cose bisogna dirle, perché altrimenti si diventa complici di falsari; invece su tutta la questione del plebiscito-truffa di annessione del Veneto all’Italia c’è un atteggiamento omertoso che dura da oltre centocinquantanni.
Ettore Beggiato è anche autore de: “1866: la grande truffa. Il plebiscito di annessione del Veneto all’Italia”