“Ospedalocentrismo” è una parola che si è sentita molto specie durante e dopo la crisi del Coronavirus: in Italia tutte le sanità, chi più (come in Lombardia) chi meno (come in Emilia-Romagna) ne soffrono ed è essenzialmente la tendenza ad accentrare le funzioni della sanità sull’ospedale.
Magari, come in Lombardia, sono anche ottimi ospedali ma si crea un evidente Single Point of Failure, come lo chiamiamo noi informatici: se si bloccano gli ospedali e nei fatti si blocca la sanità.
In Lombardia abbiamo accentrato anche le funzioni di sanità territoriale agli ospedali. Ma l’ospedale è un ospedale, non un’ASL: il suo compito principale è fornire cure, non coordinarle e soprattutto se l’ospedale è pubblico può coordinarsi solo con strutture pubbliche, escludendo quindi le componenti private della sanità.
Per di più è abbastanza palese come il vuoto creato dall’ospedalocentrismo pubblico sia stato colmato dal settore privato: pare che ormai se un centro commerciale non abbia la sua bella Smart Clinic, la sua Humanitas o il suo CDI non sia nessuno.
Quest’estate ho girato un po’ di centri commerciali e non ne ho trovato uno che non avesse una qualche forma di servizio sanitario. Addirittura una volta, mentre mi dirigevo in un centro commerciale – ovviamente dotato del suo centro – ne ho visto un altro sulla strada con un altro centro.
Non credo di esagerare nel dire che ormai i privati hanno una rete territoriale più estesa di quella del settore pubblico… Alla fine quando si parla di clienti e non di pazienti hai anche quella certa convenienza nel metterti vicino a loro, in netto contrasto con l’attuale programmazione pubblica che tende invece ad accentrare gli ospedali – si vedano i vari ospedali unici proposti – con la logica che, in pratica, o vai lì o vai lì.
Oltre ad evitare ulteriori accentramenti nel settore pubblico una vera sfida della classe politica lombarda sarebbe quella di integrare tali entità nella propria rete territoriale.
Perché, sia chiaro, non basta averle, ci vuole un qualche ente pubblico che coordini tali cliniche per permettere che la loro capillarità sia utile a reagire ad emergenze o situazioni eccezionali.
L’esempio migliore? La Germania, dove comuni associati gestiscono dei Gesundheitsamt che si occupano di prevenzione e medicina del territorio, coordinando sia gli enti pubblici che quelli privati.
Ne parlo, per chi fosse interessato, nel mio libricino sulla sanità lombarda.