Così l’Internazionale Sovranista si è fermata quando una parte dei sovranisti intendeva per “sovranità” l’avere soldi gratis senza rendere conto a nessuno mentre l’altra intendeva “giù le mani dai nostri portafogli”.
Alla fine non ci voleva un genio a capire che l’euroscetticismo è così diverso che non avrebbe mai retto unito: alla fine sia la Thatcher che Marco Rizzo sono euroscettici e oltre a quello hanno ben poco in comune.
Ma, tornando a noi, potrebbe essere questo l’inizio di un nuovo euroscetticismo, specie nei Paesi virtuosi?
Margaret Thatcher è abbastanza nota per aver detto, nel 1980 riguardo ai finanziamenti all’Europa, “i want my Money back”, “rivoglio i miei soldi”.
Niente tesi di complotto su come l’Europa stia rubando il futuro – al massimo qualche preoccupazione per l’eccessiva forza tedesca – e nemmeno attacchi al libero commercio e al libero scambio, cui la Thatcher era decisamente favorevole.
Semplicemente volontà di unione economica e collaborazione, senza unire debiti e simili.
E già nell’accordo si nota questa tendenza: i frugali ottengono sconti ai versamenti all’UE. Poi, ovviamente, i locali partiti euroscettici non vorrebbero tali tagli legati ai fondi ma che ci fossero sempre.
Se proprio dovessi scommettere un caffè su qualcosa lo farei sull’aumento di questo tipo di euroscetticismo nei Paesi virtuosi, specie vista la creatività dei governanti dell’Europa meridionale nello spendere soldi.
Mentre, ovviamente, i sovranisti dei Paesi straccioni continueranno a credere alla concezione adolescenziale di sovranità per cui “io nella mia cameretta faccio ciò che voglio perché sono adulto ma i miei debbono mantenermi”.
Tutto ciò non potrà che portare ad una contrapposizione tra un’Europa che vuole essere produttiva e vede nel mercato unico un’occasione per aumentare la produttività e un’Europa che vorrebbe attaccarsi come una zecca alla prima Europa e vede nel mercato unico una concessione da fare per farsi mantenere ad libitum.
Buona fortuna.