Un mese fa davamo per assodate queste verità:
- L’Ospedale in Fiera è un fallimento che solo la sanità lombarda può creare
- L’alto numero di morti nelle RSA è dovuto solo ed unicamente alla delibera che consentiva ai malati di essere trasferiti lì
- La mascherina è un inutile orpello che la Regione consiglia per mero populismo
- La Lombardia non ha TI per colpa del privato e di Formigoni
- L’assembramento dell’Ospedale in Fiera creerà un enorme focolaio e quindi Fontana deve dimettersi
- In Lombardia c’è un vero e proprio disastro tamponi e i malati non vengono testati
Poi la realtà si è palesata e sappiamo varie cose:
- Un po’ tutte le Regioni hanno creato centri covid che sono restati vuoti semplicemente perché non c’era necessità, alcune attaccandole agli ospedali (come la Campania, i cui numeri sono descritti qui) altre con fiere in stile milanese (come le Marche)
- I morti in RSA costituiscono circa il 50% delle morti in tutta Europa e le stragi in RSA non sono un’eccezione ma la regola, pochi virtuosi previdenti le hanno evitate con politiche stringenti e ci sono Regioni messe globalmente peggio della Lombardia, inoltre il Lazio ha approvato un’analoga delibera
- La mascherina è necessaria alla ripartenza perché non in tutti i luoghi si può mantenere la distanza sociale e bisogna pur schermare in tali casi, tanto che il commissario Arcuri vorrebbe mettere un calmiere sui prezzi (non ridete). Però ora che serve è “una misura del governo”
- La Lombardia, anche grazie alla collaborazione col privato, ha raddoppiato le proprie terapie intensive gestendo l’emergenza
- Pur essendo inopportuno a livello comunicativo analoghi assembramenti sono stati fatti anche da altri politici (ad esempio in Emilia-Romagna) e persino dal premier Conte in persona.
- Un po’ tutte le regioni hanno avuto problemi ad elaborare il gran numero di tamponi, qualche esempio: Sicilia, Piemonte, Abruzzo e Campania.
Ciò non vuol dire di certo che la gestione lombarda sia stata impeccabile e copiata in tutto il mondo, per carità, la rete di assistenza territoriale si è dimostrata deboluccia e molto probabilmente necessiterà di riforme e di miglioramenti ma, a smentire qualche picio che incolpa i privati perché fu toccato in modo inopportuno dalla mano invisibile in realtà il ministero della salute constata un aumento dell’assistenza territoriale privata mentre quella pubblica diminuisce.
Tuttavia smentisce la tesi di un caso Lombardia disastroso per colpa del modello lombardo: Il caso lombardo, dati alla mano, è stato smentito.
Qui il virus, tra l’altro, circolava già quando Speranza si bullava degli aeroporti chiusi e dell’impossibilità del contagio, cosa che ha certamente reso più semplice la vita al COVID-19 rispetto a quelle regioni dove il virus è arrivato in treno, è stato sottoposto a quarantena e ha infettato poche persone. Ma sarebbero capaci di dire che è colpa della Polizia di Frontiera di Regione Lombardia pur di non prendersi le proprie responsabilità.
Il tempo s’è dimostrato galantuomo nel dimostrare che la Lombardia, pur avendo commesso errori, non è stata il fallimento che veniva pubblicizzato. E scommetterei che sarà ulteriormente galantuomo.
Eppure gli italiani, che a confermare la loro attitudine non riescono proprio a rinunciare, non hanno la galanteria del tempo hanno scatenato il loro odio anti lombardo perché, per una volta, la sanità che di solito si prende a modello si è avvicinata al loro livello.
Ma gli italiani sono restati italiani e i lombardi son restati lombardi. Quando finirà l’emergenza il 40% degli IRCCS resteranno in Lombardia e ci vorrà poco a modificare la parte di assistenza territoriale mentre nelle Regioni dove di media ci sono più formiche che cure in ospedale arrivare ad un livello paragonabile a quello lombardo sarà molto più arduo.
E, soprattutto, i lombardi sono un po’ pirla ma non così tanto pirla. Hanno visto che dopo anni di dare, dare e dare l’unica cosa che i supposti connazionali erano pronti a dare erano le mazzate nell’autocompiacimento per cui un sistema che in emergenza funziona come il loro normalmente è un successo per il loro sistema.
E, se è vero che quella pirlezza che è insita nell’esporre la bandiera dello stato che ti pela di 50 miliardi ogni anno resta è anche vero che ci sono non poche persone incazzate nel vedere che le stesse persone che ogni anno vengono qui in massa a curarsi ora sputano nel piatto in cui mangiano, decine di “Esposito” residenti a Potenza che spiegano dall’alto del loro “Lavora presso: Ministero pubblica istruzione” (visto personalmente su FB) cos’è meglio per i lombardi e ho sentito anche persone normalissime dire “e speriamo che ci restino” riferendosi a quelli che sono scappati a Sud dopo il primo DPCM. Credo proprio che il movimento per il commissariamento, qui, sia un’esigua minoranza, tanto che ho sentito persino dei pentastellati difendere l’ospedale in Fiera.
Il clima di divisione, di sfiducia per Roma, di repulsione per un governo principalmente di una sola zona scarsamente produttiva che si trova a decidere per la zona produttiva spesso in contrasto con ciò che essa vorrebbe c’è tutto.
E c’è anche il vuoto politico: la Lega, per quanto stia provando a ri-riciclarsi come forza del Nord, è scarsamente credibile col suo leader eletto nella Locride.
Sta ora a noi dire quindi ai lombardi ciò che non sentono da anni: meglio soli che male accompagnati, meglio piccoli che grandi e meglio buoni vicini che cattivi conviventi.
E, soprattutto, abbiamo l’occasione di fare le cose per bene e parlare di temi sociali, politici ed economici concreti, lasciando l’odio a chi ha torto e può solo odiare per fare rumore e non caricandoci derelitti fascisti che cercano solo di riciclarsi.
Possiamo farlo. Facciamolo. E, in questo, gli odiatori della Lombardia saranno alleati non da poco nella loro vuotezza d’animo e di argomenti.