La Lombardia come Zona Economica Speciale per ripartire subito dopo l’emergenza.
Già lo scorso 28 febbraio, Massimiliano Salini, Eurodeputato e coordinatore regionale di Forza Italia, aveva proposto l’istituzione di una ZES.
La proposta, che torna di attualità oggi, era stata formalizzata presso il Pirellone con una mozione urgente firmata dal consigliere regionale di Forza Italia Gabriele Barucco.
Spiega Salini: “Il rischio recessione causato dall’emergenza Coronavirus impone misure straordinarie. L’impatto della crisi sul Pil stimata da Confindustria è enorme: -10 per cento nel primo semestre 2020. La Lombardia è il motore economico del Paese: se non riparte la Lombardia, non riparte l’Italia. Le aziende che trainano il Pil nazionale hanno di fronte prospettive catastrofiche. Molte rischiano una contrazione del fatturato insostenibile con conseguente perdita di posti di lavoro. La creazione di Zes, normalmente pensate per zone depresse del Sud Italia, va quindi estesa senza indugio anche a territori strategici come la Lombardia, la cui competitività oggi è gravemente minacciata”.
La creazione di una area ZES avviene attraverso la proposta di una istituzione. Ad oggi, in Italia, possono richiedere di istituire Zone Economiche Speciali: Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia, Abruzzo, Molise e Sardegna.
I vantaggi per le imprese che trovano insediamento presso una Zona Speciale sono molteplici. Il più evidente è l’abbassamento della pressione fiscale: la riduzione dell’IRAP può raggiungere anche il 100%. Anche il grande male dello stato italiano, la Burocrazia, può essere abbattuto attraverso procedure semplificate, individuate anche a mezzo di protocolli e convenzioni tra le amministrazioni locali e statali.
Le Zone Economiche speciali sono strumenti di rilancio economico, pensati per territori in oggettiva difficoltà: una Zes lombarda consentirebbe di abbattere la burocrazia, semplificare il commercio con l’estero e allentare la pressione fiscale