Secondo il ministro per il Sud Provenzano Milano non restituisce nulla all’Italia. Ora, io capisco che se chiedi al neoborbonico medio cos’abbia il Sud ti dice “il sole, il mare e il cuore” e a Milano non ci siano ma Milano restituisce all’Italia tanto. Perché produce il 10% del PIL nazionale. Se Milano si tenesse quel 10%, al massimo allungando qualcosa alle limitrofe regioni che contribuiscono a tale ricchezza, farebbe quasi concorrenza al Liechtenstein.
In sostanza, la cattivissima Milano è quella che permette ai politici meridionali di comperarsi i voti dei loro conterranei e di giocare ad avere un’economia reale. Perché hai voglia a citare che “l’Italia spende di più per la Lombardia che per il Molise” (ma va?), ma sta di fatto che, al Sud, ci sono regioni dove la spesa pubblica raggiunge livelli da Staterello socialista del centroamerica.
Certo, poi, una volta attaccato da mezzo Nord ha chiarito che parlava di “divari”. In questo bisogna ammettere una colpa milanese: Avendo pagato le tasse abbiamo dato i soldi al sistema clientelare che ha rovinato il Sud.
Ecco, in più di settant’anni di aiuti, aiutini, casse, mancette, concorsone e concorsino il Sud è allo stato attuale in cui chiunque abbia un’aspirazione più alta rispetto a “faccio il dipendente pubblico” deve emigrare. E anche il Nord, la locomotiva, mai sottoposta a manutenzione e riempita sempre più di carichi pesanti, si sta fermando.
La Repubblica Ceca è, in trent’anni, passata da un’economia pianificata che se a Mosca non andava bene una cosa arrivavano i carri armati ad un Paese che attira lavoratori e studenti da tutta Europa. Il PIL pro capite parificato al potere d’acquisto è pari a quello italiano. Ed è un’economia più avanzata della Calabria, ad esempio. Ed ha un debito bassissimo.
Ma questo perché nessuno ha fatto la “Cassa della Boemia” dove qualcuno doveva ricostruire la nazione Ceca. Sono i cechi stessi che si sono sbattuti e sacrificati per far ripartire, con successo, il proprio Paese liberandolo dalle catene dello statalismo economico.
E tra gli artefici principali di ciò vi fu Václav Klaus. Un Klaus che visitò l’Italia proprio grazie alla Cassa del Mezzogiorno e, a riguardo, ebbe a dire che vide le differenze tra il Nord e il Sud: “Dopo l’università a Praga ho studiato a Napoli, finanziato dalla Cassa del Mezzogiorno. Ho le idee chiare su cosa voglia dire lo sviluppo italiano”, ironizza in un discorso all’Istituto Bruno Leoni.
Il suo Paese ce l’ha fatta in trent’anni, il Sud invece no. Eppure i politici chiedono più aiuti, più mancette, in sostanza ciò che ja sottosviluppato il Sud.
Ecco, finché non arriverà una classe politica che dirà al Sud “è ora di camminare con le proprie gambe” e che il posto pubblico all’italiana è semplicemente un ammortizzatore sociale che fa male al sistema economico il Sud continuerà ad essere messo peggio dell’est Europa. E mica solo della Repubblica Ceca, perché prima o poi anche gli altri cresceranno. Solo il Sud sarà in sottosviluppo quasi perenne.
Ma, valutando che dopo 70 anni sono ancora lì a lamentarsi per i troppi pochi aiuti, mi sa che la questione meridionale si risolverà semplicemente quando tutti i lavoratori saranno espatriati e non esisterà più alcun Sud da salvare o, nella visione dei politici, da sovvenzionare.
Inoltre, vorrei chiedere al ministro: Cos’ha dato il suo Sud all’Italia?
La camorra, ad esempio. Ma anche la mafia e la ‘ndrangheta. Oppure il debito di Napoli che da tempo la città vuole sbolognare ai contribuenti. Ma anche più della metà di chi prende il Reddito di Cittadinanza.
Mi sa che a questo gioco vinciamo noi.