L’hinterland napoletano, si sa, è un luogo tranquillo dove i cittadini vivono serenamente. La vita scorre lenta e non succede mai quasi nulla che ne sconvolga la pigra quotidianità. Ma come ci insegnano i maghi del thriller americano alla Stephen King o Jeffrey Deaver, anche la provincia apparentemente più statica e sonnacchiosa nasconde i propri tormenti e perché no i propri delitti inconfessabili.
Tutti i paesi hanno il proprio Maine. E fu così che nei giorni scorsi anche in un’amena località quale è Pomigliano D’Arco, a rovinare la tranquillità della ridente cittadina campana, ha fatto capolino un delitto efferato. E’ stato trovato il cadavere di un’anatra. Il copione (se non fosse vero) sarebbe degno di una sceneggiatura tratta da ” I delitti del BarLume”. E cosi infatti per giorni i cittadini abituati al solito noioso tran tran classico della zona, tra una gara di bridge ed una caccia alla volpe, si sono trovati impauriti e impreparati ad affrontare un mistero che pare abbia tolto il sonno agli investigatori.
Ma come in tutti i gialli che si rispettino il finale è un vero e proprio colpo di scena, RISOLTO, PER FORTUNA, DALLA SOLERZIA di una efficientissima signora Fletcher in salsa partenopea: “Il Comune fa sapere ai cittadini che dall’autopsia fatta effettuare dall’assessore Mariagrazia Tartari sull’anatra uccisa nel Parco Giovanni Paolo II ieri mattina, si riporta che l’animale ed i suoi piccoli sono stati vittime di una faina”. Così in tempi rapidissimi si è riportata serenità fra la popolazione impaurita che già temeva il peggio (qualcuno è arrivato ad ipotizzare l’avvio di una drammatica scia di sangue ad opera di un serial Killer allergico alla pizza).
Con la serenità e il basso profilo che contraddistingue le persone semplici, anche se alle prese con grandi gesti, questa signora con un laconico comunicato consegnato ai social network ha risolto il giallo e messo al sicuro i propri concittadini. I quali adesso, preso atto dello scampato pericolo, cominciano ad interrogarsi su alcuni aspetti non meno inquietanti della vicenda. Ad esempio ci si chiede: un’autopsia ad un’anatra? Chi l’ha pagata? Come si chiama la faina? Non ne sono state rese note le generalità per una questione di privacy? Dubbi atroci che hanno spinto centinaia di persone preoccupate (anche qualche incosciente divertito) a subissare di commenti la pagina Facebook ufficiale del Comune che trionfalmente aveva dato notizia della fine di un incubo per tanti.
Sono apparsi post che passeranno alla storia della comunicazione sociale del calibro di: “Io sono garantista. La faina è innocente fino alla Cassazione. E poi non è che l’anatra ha provocato l’onesta faina? Sicuramente se l’è cercata. A meno che la faina non sia extracomunitaria” e via di questo passo fino a prosaiche conclusioni politiche: “La sinistra riparta dalla faina”, o a sfondo giudiziario: “Ah nessun processo? Gettiamo la faina in pasto ai media? Mi fate schifo”.
Tutto fantastico in effetti. comprese le reazioni di qualche ingrato buontempone che per svilire l’epico gesto dell’amministrazione (si teme sia qualcuno dell’opposizione) è arrivato a scrivere: “C’era bisogno dell’autopsia? Si sa che gli assassini o sono i maggiordomi o le faine”. Amen!
Anche stavolta l’amministrazione pubblica di questo paese è riuscita a dare il meglio di se e dalle parti di Pomigliano finalmente potranno tornare sereni al proprio Eden quotidiano e a parlare a bassa voce nel consueto rito del The alla cinque. Bisbigliando sono sicuro si chiederanno se davvero non ci siano altri e più seri problemi per occupare la macchina amministrativa di quella ridente località.
Comunque nel dubbio, per matener fede alla mia fama di bastian contrario, Io sto con la faina!