FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

E’ possibile vendere un paesino in un paese fallito?

Acqua passata non macina più. O almeno così pare. Era fine del 2015 quando un giorno, Roberto Maroni, come al solito inguaribile entusiasta, mi confidò che un piccolo comune lombardo si stava giocando la partita per entrare nella storia.

Qualche  mese più tardi la notizia venne confermata. E fu festa in Regione. Esino Lario sarebbe stato per una settimana il centro del mondo, scelto per
Wikimania, il raduno annuale che celebra Wikipedia e i suoi progetti.

“ Una cosa unica, straordinaria, che ci rende orgogliosi. Faremo il possibile perché questo evento abbia successo e perché lasci un ricordo tangibile su questo bellissimo territorio”, affermò Maroni.

La Regione Lombardia, stanziò 300 mila euro per la prima fase dei lavori di miglioramento della funzionalità della strada provinciale 65 di Esino (Lecco). 
 In quel periodo, durante una delle mie numerose visite sul territorio, trovandomi nel lecchese, provai a dirigermi fin lassù mosso dalla curiosità e rimasi veramente colpito dalla grandezza della scelta di Wikipedia.

Serve intelligenza per innovare. E serve stupire. La scelta di quella parte di mondo lombardo tanto bello quanto sconosciuto era senza dubbio il frutto di un colpo di genio degli organizzatori.
Da lì a pochi giorni sarebbe arrivato l’inventore di Jimmy Wales ad aprire i lavori della convention mondiale di Wikipedia, la cosiddetta wikimania, alla quale poi parteciparono  delegati da oltre 30 Paesi. 
Il minuscolo centro montano con meno di 800 abitanti aveva battuto anche la candidatura di Manila.


Esino Lario, il sindaco Pietro Pensa

Sembra un racconto lontano nel tempo. Se non fosse per i contenuti di uno strumento assolutamente contemporaneo, potrebbero essere ricordi di cronache ottocentesche.

Soprattutto oggi visto che Esino Lario è riuscita a balzare nuovamente agli onori delle cronache per una trovata sensazionale del proprio sindaco che ha deciso di mettere in vendita mezzo paese. Municipio compreso.

In un’intervista al corriere il primo cittadino Pietro Pensa ha affermato: “Esino Lario in questi anni è stata una guida e una ispirazione per migliaia di piccoli Comuni, culminata, nel 2016, nel raduno internazionale di Wikipedia. Appuntamento che ha portato qui da tutto il mondo 1200 persone. Ci sono voluti 4 anni per accaparrarci l’evento. E solo dopo siamo riusciti a ottenere i finanziamenti e il rifacimento della strada, la provinciale 65, a cui nessuno metteva mano da oltre quarant’anni. Solo grazie alla nostra forza di volontà abbiamo il teleriscaldamento a legna per la scuola, la biblioteca e il museo, il wi fi in tutto il paese, le luci al led e la prossima settimana inaugureremo le colonnine per le auto elettriche. Ma ogni giorno è una lotta continua. I piccoli Comuni sono lasciati soli contro lo spopolamento, la mancanza di fondi e non abbiamo più le risorse per risolvere problemi più grandi di noi. Ecco perché siamo in vendita..” 
Applausi a scena aperta! 
Un capolavoro mediatico ottenuto con una provocazione mai così attuale. Nella stessa settimana in cui il governo decide di pagare ben 12 miliardi del debito del comune  di Roma, una piccola municipalità, con un grande sindaco del Nord, decide di compiere un gesto eversivo senza precedenti nei confronti di uno stato tiranno e iniquo, mettendo in vendita i propri beni più preziosi per sopravvivere.

Esino Lario, vista aerea

Un’azione che vale da sola più di migliaia di ore di bolsa discussione politica su un tema fondamentale quale è quello del pericolo che stanno correndo gli enti locali in uno stato centralista e fallito.

Le ultime risorse a quelle latitudini sono arrivate dalla regione e solo perché nel frattempo si erano assicurati un evento mondiale. Poi il nulla.

Lo stato sparito e una comunità che muore. Copione che si ripete in altre migliaia di realtà. Non aveva altre soluzioni il buon Pensa se non quella di una provocazione estrema per lanciare un grido di allarme e dolore nei confronti di uno stato sordo o peggio che ascolta solo i lamenti di Roma e ne asseconda le vergognose richieste.

Una volta tanto tra i grandi amministratori ha vinto un piccolo. Per coraggio e lungimiranza. 
Per non morire uccisi dallo stato.

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Imprenditore, classe 1968. Per 25 anni impegnato a vari livelli in politica sempre nelle fila della Lega Nord. Dal 1993 al 2002 è sindaco di Pomponesco (Mantova), nel 1996 entra a far parte del Direttivo regionale dell’Anci Lombardia. Nel biennio 1996-1997 Fava è presidente del Consorzio per la depurazione idrica casalasco-viadanese. Per molti anni e’ stato membro elettivo di Upl (Unione provincie lombarde). Dal 2002 al 2007 consigliere comunale a Pomponesco e dal 2009 al 2014 consigliere comunale a Sabbioneta. Dal 2015 al 2018 è stato consigliere comunale a Viadana (città dove attualmente vive). Dal 1997 al 2012 è stato consigliere della Provincia di Mantova e deputato al Parlamento in tre Legislature. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Attività produttive; nella XVI è stato membro delle Commissioni Difesa, Attività produttive, Politiche dell’Unione europea, Affari sociali e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nonchè Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla Contraffazione. Nella XVII eletto di nuovo alla camera dei deputati ha rassegnato le dimissioni nel maggio 2013 per entrare a far parte della giunta regionale della Lombardia con Presidente Roberto Maroni come assessore all'agricoltura. Appassionato di politica, economia e di sport nel novembre 2018 ha scelto di abbandonare le cariche elettive e la politica attiva in campo istituzionale per dedicarsi alla propria attività imprenditoriale a tempo pieno.

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