Mancano meno di 48 ore alla storica data del 15 Febbraio, indicata dal governatore della Lombardia Attilio Fontana come il giorno della presentazione dell’accordo per l’Autonomia della Lombardia.
La febbrile attesa è alimentata dalle prime indiscrezioni che trapelano da Roma e che sembrano spegnere ogni speranza di autonomia per il Popolo del Nord.
Il documento segreto (ma non troppo)
Abbiamo potuto visionare il documento relativo a Regione Lombardia, (quello Veneto è già stato pubblicato sulla stampa questa mattina e quello dell’Emilia Romagna è ancora in definizione) in cui è possibile avere una conferma: mancano le intese sui tributi. (Scarica il documento: QUI)
Le quasi 50 pagine inviate alla Commissione Bicamerale sono dense di informazioni tecniche e dati mancanti. Un lungo preambolo sulle modalità di voto e sui riferimenti legislativi, l’elenco delle competenze concesse alle regione e un amarissimo dato di fatto. Manca il via libera del Ministero delle Finanze sul sistema di compartecipazione ai tributi e l’autonomia tributaria, chiesta dalla Regione.
Ma andiamo con ordine.
Le Materie
Ai senti dell’articolo 116 della Costituzione vengono concesse alla Lombardia 22 materie:
Niente residuo fiscale. (Ci hanno almeno provato)
Bisogna ammetterlo. Regione Lombardia ci ha provato.
Nella bozza predisposta dai Lombardi c’è la richiesta di trattenere sul territorio almeno una parte dei 54 miliardi di residuo fiscale (ovvero le tasse dei Lombardi).
Assente la risposta del MEF (si, c’è scritto proprio così) e una laconica nota a margine del documento indica come “richiesta non accolta” la legittima rivendicazione degli oltre 3.000.000 di Lombardi speranzosi di vedere tornare sul territorio parte delle proprie tasse.
Niente restituzione del residuo fiscale, quindi. Come anticipato, come previsto.
Eppure la richiesta dei Lombardi era semplice: poter gestire direttamente le 23 materie con le relative risorse che già oggi lo Stato spende in Lombardia per un totale di circa 10 miliardi di Euro. Cosa cambierebbe la gestione diretta? La Regione Lombardia è da sempre ai vertici di ogni classifica europea e nazionale per la capacità di gestione della spesa pubblica. Poter gestire “alla Lombarda” questi dieci miliardi di euro permetterebbe di fare economia e risparmiare quasi 2 miliardi di euro da reinvestire sul territorio. Nella sanità o, come più volte promesso, per tagliare il bollo auto e via via migliorare strade, ponti e scuole.
Il NO dei deputati alla secessione dei Ricchi e il braccio di ferro nel governo
Nei giorni scorsi uno zelante senatore M5S, il napoletano ( ça va sans dire), Vicenzo Presutto ha annunciato barricate al progetto di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna di ottenere parte del proprio residuo fiscale.
Presutto, vicepresidente della commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale, ha escluso categoricamente l’opzione proposta dalle regioni del Nord di tenere anche solo una parte del residuo fiscale e ha chiamato a raccolta tutti i deputati del Sud contro quella che è definita la “secessione dei ricchi”.
Anche il titolare del MEF, Giovanni Tria (foto) ha avanzato perplessità sul tema del residuo fiscale. Lo ha fatto con un documento ufficiale indirizzato al ministro Erika Stefani.
A dare fuoco alle polveri all’ennesimo scontro nel governo, questa mattina, ci ha pensato l’entourage di Di Maio. Fonti ben accreditate sostengono che il Consiglio dei Ministri di Venerdì concederà alla ministra Stefani la possibilità di una semplice informativa e che la questione verrà rimandata ancora una volta. Magari a dopo le elezioni europee con una eventuale firma definitiva solo in autunno.
Un finale a sorpresa
La ministra alle Autonomie, la leghista Erika Stefani, riferendosi al documento, si affanna a spiegare: “E’ solo una bozza. potrà essere modificata dal Parlamento” e annuncia battaglia.
Ne invidio l’ottimismo: riferisce a un parlamento in cui la fanno ormai da padrone le rivendicazioni sudiste di decine e decine di parlamentari del Movimento 5 Stelle nel silenzio imbarazzato (e imbarazzante) di tanti parlamentari pseudo-leghisti, pseudo nordisti ed ex indipendentisti molto più interessati all’emergenza Satanismo e alla giuria di Sanremo che a quello che dovrebbe essere un impegno assunto ormai decenni fa nei confronti del proprio elettorato. Quell’elettorato del nord che non chiede altro che una giusta ridistribuzione delle proprie tasse per continuare a correre, a innovare, a investire e produrre a beneficio di tutto il Paese.
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