FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Peppole, fringuelli e ciabatte & fregature. La politica dell’annuncio e il realismo al governo.

C’è gente che si appassiona a tutto ciò che vola. Gente strana evidentemente soprattutto se a volare sono fregature.

E di questo vorrei parlare: di una solenne fregatura ai danni di un manipolo di oltranzisti delle modalità di caccia cosiddetta tradizionale, che popolano ancora alcune valli lombarde.

Un bel numero di soggetti che da anni promette a destra e manca voti in cambio del riconoscimento giuridico di pratiche venatorie assolutamente proibite in Europa. E la vicenda ormai è vissuta sempre più come uno psicodramma, figlio di una politica partitica oltremodo affetta da deriva bipolare (in senso patologico e non di schieramento).

Ma ricapitoliamo: è recente la notizia che il 1 febbraio Il governo abbia impugnato, davanti alla Corte Costituzionale, la legge lombarda sulla caccia. Può sembrare strano ma è così: il governo a trazione leghista, impugna una norma della regione, sempre a trazione leghista e lo fa nell’ambito del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministero agli Affari Regionali.

Impugnando alla Consulta quattro articoli in materia di caccia della legge
votata dal Consiglio regionale lombardo solo lo scorso 4 dicembre. Chiaro caso di corto circuito politico e istituzionale. Soprattutto alla luce del fatto che ovviamente ad esultare non sono gruppi di sovranisti orgogliosi dell’azione del proprio governo, bensì, con tanto di comunicato pieno di entusiastica approvazione, la Lega abolizione caccia, che rivendica il merito della scelta del governo anche a seguito di una iniziativa di varie sigle delle associazioni ambientaliste LAC, LIPU, LAV, WWF, ENPA, che avrebbero rilevato ben 4 profili di illegittimita’ in altrettanti articoli in materia di esercizio della caccia, poiche’ in contrasto con la normativa nazionale . 

Tutta gente che in Valtrompia ( patria e cuore pulsante del fortissimo movimento di appassionati della caccia ad uccelli migratori  (con metodi non sempre giudicati elegantissimi) normalmente potrebbe finire a rosolare sul medesimo spiedo dove fanno bella vista uccelli dal becco sottile. E qui sta la differenza tra chi governa e chi fa propaganda.

Qualcuno si precipiterà a giustificare la vicenda col consueto refrain in voga da anni: e’ andata male anche stavolta, ma almeno questi ci hanno provato….. 
Quel che è certo purtroppo è che al contrario, continuare ad inanellare sistematici tentativi velleitari con scontato esito negativo, somiglia molto al voler sfondare muri a testate, pur essendo consapevoli che non serva a nulla. Ma a questi signori oggi evidentemente basta così.

Ho subito per anni la violenza verbale e non solo, di qualche energumeno che insisteva perché assumessi (quando ne avevo le competenze) atti amministrativi palesemente contrari alla legge, solo per dare un segnale.

Ed ho avuto la prova di essere io quello che sbagliava. Alla fine bisogna fare proprio così.

Si approva un provvedimento inutile e contrario alla normativa, si finge di difenderlo a spada tratta e poi lì si fa bocciare da qualcuno a Roma. Peccato che stavolta quel qualcuno a Roma non sia un eversivo sinistro o un ambientalista acritico, bensì qualcuno del medesimo partito. 

Qualcuno che magari in campagna elettorale aveva promesso esattamente le stesse cose. Ma che si sa alla fine si arrende alla dura realtà contingente.

E la realtà ci dice che bisogna governare nell’interesse generale. Con buona pace di quella minoranza scatenata che nei prossimi mesi sarà pronta a negoziare il bene più prezioso in democrazia (il proprio voto) con qualcun altro altrettanto disponibile a promettere qualcosa che non si potrà fare. 


Al gioco dell’oca saremmo arrivati alla casella 89. Si ritorna da capo e si ricomincia. Con buona pace di chi crede ancora che per fare politica servano promesse realistiche. Io sono cocciuto e continuerò a dire la verità, anche se è chiaro che per prendere i voti servono altri metodi


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Imprenditore, classe 1968. Per 25 anni impegnato a vari livelli in politica sempre nelle fila della Lega Nord. Dal 1993 al 2002 è sindaco di Pomponesco (Mantova), nel 1996 entra a far parte del Direttivo regionale dell’Anci Lombardia. Nel biennio 1996-1997 Fava è presidente del Consorzio per la depurazione idrica casalasco-viadanese. Per molti anni e’ stato membro elettivo di Upl (Unione provincie lombarde). Dal 2002 al 2007 consigliere comunale a Pomponesco e dal 2009 al 2014 consigliere comunale a Sabbioneta. Dal 2015 al 2018 è stato consigliere comunale a Viadana (città dove attualmente vive). Dal 1997 al 2012 è stato consigliere della Provincia di Mantova e deputato al Parlamento in tre Legislature. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Attività produttive; nella XVI è stato membro delle Commissioni Difesa, Attività produttive, Politiche dell’Unione europea, Affari sociali e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nonchè Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla Contraffazione. Nella XVII eletto di nuovo alla camera dei deputati ha rassegnato le dimissioni nel maggio 2013 per entrare a far parte della giunta regionale della Lombardia con Presidente Roberto Maroni come assessore all'agricoltura. Appassionato di politica, economia e di sport nel novembre 2018 ha scelto di abbandonare le cariche elettive e la politica attiva in campo istituzionale per dedicarsi alla propria attività imprenditoriale a tempo pieno.

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